Venerdì 25 e Domenica 27 OttobreProgetto DNA Italia eccezionalmente nel segno di Puccini + Gianni Schicchi di Giacomo Puccini e La Benedizione di Cristian Carrara su libretto di Marco Malvaldi nuova commissione della Fondazione Teatro Cocciain prima esecuzione mondiale - 10% di sconto sul prezzo del biglietto per gli iscritti agli Amici del Teatro Coccia di Novara

Novara, 17 Ottobre 2024. La programmazione d’Opera della Stagione 2024 del Teatro Coccia prosegue Venerdì 25 e Domenica 27 Ottobre 2024 con una doppia rappresentazione frutto del progetto DNA Italia in questa Stagione eccezionalmente dedicato a Giacomo Puccini: l’opera Gianni Schicchi, preceduta dalla nuova composizione in prima mondiale a firma di Cristian Carrara su libretto di Marco Malvaldi La Benedizione. Il progetto ideato dalla Fondazione Teatro Coccia di Novara porta in palcoscenico giovani provenienti da ogni parte del mondo, con un format tutto Italiano: l’opera buffa. Nulla è più internazionale dell’opera lirica italiana, riconosciuta e cantata in tutto il mondo, da cantanti di ogni nazionalità. A rafforzare l’idea che l’opera buffa abbia ancora oggi una grande forza comunicativa e che sia ancora un linguaggio attualissimo, ogni anno viene commissionata dal Teatro Coccia una nuova opera buffa, messa in scena in serata unica, con lo stesso cast, lo stesso organico orchestrale e con una connessione logica che segue nella drammaturgia. Nel 2024 va in scena La Benedizione di Cristian Carrara, su libretto di Marco Malvaldi, quest’ultimo al debutto nella stesura di un libretto d’opera; la regia è di Teresa Gargano scene di Lorenzo Mazzoletti, costumi di Silvia Lumes, luci Ivan Pastrovicchio, la direzione d’Orchestra di Vittorio Parisi, Orchestra Bazzini Corsort, coproduzione con Lirica Tamagno. Il cast alterna interpreti del panorama lirico nazionale ad allievi del corso di canto di Accademia dei Mestieri dell’Opera del Teatro Coccia - AMO. In scena Marcello Rosiello nel ruolo di Gianni Schicchinell’opera di Puccini e di Buoso Donati in quella di Carrara, Francesca Mercuriali (Accademia AMO) debutta i ruoli di Lauretta in Gianni Schicchi e di Zita ne La Benedizione, Xiaosen Su è Gherardo in entrambi i titoli; Stefano Paradiso debutta i ruoli di Simone nell’opera di Puccini stesso personaggio di quella di Carrara, Nicola Di Filippo debutta nel ruolo di Rinuccio in entrambe le opere, Eugenio Di Lietoè un frate nell’opera di Carrrara e Betto di Signa in Puccini, Beatrice Caterino (Accademia AMO) debutta nel ruolo di Lauretta in Gianni Schicchi, nel ruolo di Nello in Gianni Schicchi debutta Zi Jing(Accademia AMO), nel ruolo di Gherardino il giovanissimo Giulio Ongeri di 7 anni appena compiuti come da spartito, Maria Teresa Federico (Accademia AMO) debutta nel ruolo de La Ciesca, Ranyi Jangdebutta in Maestro Spinelloccio, Ser Amantio; Alberto Parola debutta nel ruolo di Guccio, Pinellino è Jesus Noguera, nel ruolo di Buoso Donati in Gianni Schicchi l’allievo attore Scuola del Teatro Musicale STM Daniele Guida.   Di La Benedizione racconta l’autore Cristian Carrara: “Il “Gianni Schicchi” di Giacomo Puccini racconta una storia che parte da un fatto: la morte di Buoso Donati. La sua morte, e la donazione dei suoi beni al Convento dei frati di Santa Reparata. L’opera di Puccini è meravigliosa, ma, quando abbiamo iniziato a lavorare con Marco Malvaldi a quest’idea, ci siamo subito posti un interrogativo che probabilmente molti si sono posti: com’è morto Buoso? E, soprattutto, come mai ha donato tutti i suoi beni al Convento di Santa Reparata?  Questo interrogativo ha dato vita a quest’opera nuova, che risponde a queste due domane. E ci fa conoscere il carattere di Buoso, che nello Schicchi, per ovvie ragioni, non può parlare.  “La Benedizione” finisce laddove lo Schicchi inizia e risponde alla curiosità di molti. E permette di guardare l’opera pucciniana che segue in modo diverso, informati sui fatti.  Lavorare sul libretto di Marco Malvaldi è stato puro divertimento. Il libretto è pieno di humor intelligente, squisitamente toscano, dove la parola spesso acquisisce uno, due, tre sensi a seconda del personaggio che la sta ascoltando. Nello sviluppo della storia si generano, malintesi, incomprensioni, che coinvolgono il pubblico stesso che si trova a non capire quale delle diverse possibilità si stia effettivamente svolgendo sul palco. Fino a quando, nella scena finale. Tutto apparirà chiaro. Per il pubblico, ma non per i famigliari di Buoso.  È un’opera buffa “La Benedizione”, anche se dal punto di vista musicale ho utilizzato vari linguaggi, preferendo talvolta il tono grottesco, o quello fintamente serio, proprio perché la famiglia di Buoso, nei suoi tentativi di far fuori il parente, devono essere presi sul serio. Sono tutt’altro che macchiette.  In una finzione, che poi tanto finzione non è, “La Benedizione” racconta la complessità dei legami famigliari. Lo fa con leggerezza, perché sulle povertà delle persone, talvolta, si può anche sorridere.   Sulla stesura del libretto commenta Marco MalvaldiHo sempre avuto passione per l’opera: passione e rispetto. Passione, tanto da studiare canto lirico al Conservatorio nella speranza (dovrei dire: nella convinzione) di fare il cantante. Rispetto, quando mi sono reso conto che per fare il cantante di professione occorreva una caratteristica nota come “talento” e io ne ero sprovvisto. Ma l’amore per l’opera è rimasto, e col tempo ho capito perché: mi piace, dell’opera, la sospensione del tempo e dell’incredulità, il fatto che sia uno dei pochi, pochissimi momenti che richiedono la tua attenzione e soprattutto il tuo silenzio. Ma il rimpianto mi è sempre un po’ restato. Per cui, quando Cristian mi ha proposto di scrivere un’opera insieme, ho accettato prima ancora di pensarci. Entrare in questo mondo, sia pur dalla porta di servizio: non come cantante o direttore, non come orchestrale, non come compositore ma come librettista. Il ruolo meno importante, parliamoci chiaro: da libretti improponibili (penso al Barbiere di Siviglia) sono nate opere leggendarie. Per questo non parlo del libretto, e tanto meno della musica: l’opera si ascolta. Parlare di musica, diceva Frank Zappa, è come ballare di architettura. Per cui, ci vediamo alla prima. Non vedo l’ora”. Teresa Gargano descrive così il suo lavoro di intreccio visivo tra le due opere: “La Benedizione e Gianni Schicchi, un dittico formato da un’opera commissionata ad hoc dal Teatro Coccia e da una conosciuta da melomani e non, infatti chi non ha mai ascoltato anche per puro caso la celebre aria “Oh mio babbino caro”? In occasione del centenario della morte di Puccini, in tutti i cartelloni delle stagioni teatrali del 2024 vediamo almeno un titolo pucciniano, ma il Teatro Coccia ha fatto di più, ha commissionato una nuova opera da affiancare a Gianni Schicchi, ed è nata “La Benedizione” composta da Cristian Carrara su Libretto di Marco Malvaldi, che finalmente ci spiega l’antefatto dello Schicchi, un prequel “La Benedizione” che svela, in maniera leggera e grottesca, tutto quello che è avvenuto a Buoso Donati prima che la sua morte inneschi la vicenda di “Gianni Schicchi”. Ed è proprio la sua comicità e la usa sfumatura grottesca che ha portato il team di regia ad ambientare le due opere in una Firenze degli anni ’90 immersa in un clima da commedia all’italiana. La comicità delle due opere si basa molto su un preciso uso del tempo comico e sulla dinamica fisica dei personaggi. La regia enfatizza il contrasto tra la solennità della situazione (la malattia e la morte di Buoso) e il comportamento dissacrante, ridicolo e isterico e spesso sopra le righe dei Donati. Ogni movimento e interazione tra i personaggi è calibrato per evidenziare il loro egoismo e la loro disperazione per l'eredità. Questa borghesia ha voglia di evolversi, di avere di più, sempre di più... e in questo panorama ribollente dove tutto sembra di nuovo possibile, la “gente nova”, un simpatico intrallazzatore come Schicchi, ha modo eccome di emergere e di ritagliarsi la sua fetta di torta, facendo leva sulla sua furbizia e sulla mediocrità altrui. A dir la verità “questa bizzarria” getterà all’inferno il protagonista, ma, rispetto alla sentenza pronunciata nella Divina Commedia, l’opera di Puccini concede un’ottima attenuante all’astuto Schicchi da un lato e a Buoso Donati dall’altra: il parentado di Buoso Donati è un nido di avide vipere (che progettano di ucciderlo senza pietà, si preoccupano di più per la pulizia della casa che della vita del parente), si salva solo Rinuccio con il suo amore per Lauretta, anche se è condizionato ed estremamente influenzato dai parenti che lo circondano. Truffare i “parenti serpenti” per garantire un futuro prospero ai secondi è un’ottima azione, anche se la truffa del falso testamento non solo può essere punita con esilio e taglio della mano a Firenze, ma quand’anche si sfugga alla giustizia umana non può scampare a quella ultraterrena. … e se alla fine vi siete divertiti…” concedetemi voi l’attenuante!” Biglietti dai 15,00 ai 30,00 euro in vendita sul sito del teatro www.fondazioneteatrococcia.it e presso la biglietteria del Teatro. L’opera sarà preceduta da un incontro a ingresso libero e gratuito con Marco Malvaldi e Cristian Carrara a dialogo con Alessandro Barbaglia Venerdì 25 Ottobre alle 18 in Teatro. Evento organizzato in collaborazione con Fondazione Circolo dei Lettori e Libreria La Talpa.  La Stagione 2024 è realizzata con il contributo di Ministero della Cultura, Regione Piemonte, Città di Novara, Fondazione Banca Popolare di Novara, Fondazione Cariplo, Fondazione CRT, Fondazione Compagnia di San Paolo, Mirato, Techbau (sponsor dell’Accademia AMO). In collaborazione con Atl - Agenzia di Accoglienza e Promozione Turistica Locale Provincia di Novara,