La Scala di Seta di Gioachino RossiniePrima della Scala di Federico Gon su libretto di Stefano Valanzuolonuova commissione della Fondazione Teatro Cocciain prima esecuzione mondiale Regia Deda Cristina ColonnaDirezione d’Orchestra Francesco Pasqualetti
Novara, 23 Aprile. La programmazione d’Opera della Stagione 2025 del Teatro Coccia prosegue da Venerdì 9 e Domenica 11 Maggio 2025 con tre rappresentazioni frutto del progetto DNA Italia che torna nella sua forma originaria, dedicata a Gioachino Rossini: a 213 anni esatti dalla sua prima rappresentazione al Teatro San Moisè di Venezia, arriva per la prima volta sul palco del Teatro Coccia l’opera La Scala di Seta, preceduta dalla nuova composizione in prima mondiale a firma di Federico Gon, su libretto diStefano Valanzuolo, Prima della Scala. Il progetto ideato dalla Fondazione Teatro Coccia di Novara porta in palcoscenico giovani provenienti da ogni parte del mondo, con un format tutto Italiano: l’opera buffa. Nulla è più internazionale dell’opera lirica italiana, riconosciuta e cantata in tutto il mondo, da cantanti di ogni nazionalità. A rafforzare l’idea che l’opera buffa abbia ancora oggi una grande forza comunicativa e che sia ancora un linguaggio attualissimo, ogni anno viene commissionata dal Teatro Coccia una nuova opera buffa, messa in scena in serata unica, con lo stesso cast, lo stesso organico orchestrale e con una connessione logica che segue nella drammaturgia. Nel 2025 va in scena Prima della Scala di Federico Gon, su libretto di Stefano Valanzuolo, binomio che torna al Teatro Coccia dopo le felici esperienze di Alienati e Un Bullo in Maschera. Altro lieto ritorno quello della regia a firma di Deda Cristina Colonna, con Matteo Capobianco che cura scene e costumi. Luci di Ivan Pastrovicchio. La direzione d’Orchestra è del Maestro Francesco Pasqualetti, in buca l’Orchestra Filarmonica Italiana, Maestro del Teatro Coccia al Fortepiano Mirco Godio. Il cast alterna interpreti del panorama lirico internazionale a giovani al debutto nel ruolo. In scena nelle date di Venerdì 9 Maggio alle 20.30 e Domenica 11 Maggio alle 16 Emmanuel Franco nel ruolo di Germano nell’opera di Rossini, Alina Tkachuk debutta il ruolo di Giulia nell’opera di Rossini e veste i panni per la prima volta in assoluto di Nina nell’opera di Gon, nel ruolo di Dorvil in La Scala di Seta Michele Angelini che sarà Ezio in Prima della Scala, l’ex allieva Accademia AMO Yo Otahara debutta il ruolo di Lucilla in La Scala di Seta, Dogukan Ozkan debutta il ruolo di Blansac in La Scala di Seta e veste i panni di Silvano in Prima della Scala, nel ruolo di Dormont in Rossini e Zabatta in Gon, Davide Lando, al debutto in entrambi i ruoli. Con Prima della Scala e La Scala di Seta torna la recita del sabato sera, quella dedicata ai giovani interpreti in ascesa. Sabato 10 Maggio alle 20.30 Matteo Mollica debutta il ruolo di Germano in La Scala di Seta, Francesca Idini debutta il ruolo di Giulia nell’opera di Rossini e veste i panni per la prima volta in assoluto di Nina nell’opera di Gon, nel ruolo di Dorvil in La Scala di Seta Paolo Nevi che sarà Ezio in Prima della Scala, l’allieva Accademia AMO Elena Malakhovskaya debutta il ruolo di Lucilla in La Scala di Seta, Omar Cepparolli debutta il ruolo di Blansac in La Scala di Seta e veste i panni di Silvano in Prima della Scala, nel ruolo di Dormont in Rossini e Zabatta in Gon resta invariata la presenza di Davide Lando. La trama di Prima della Scala: il vecchio Zabatta, proprietario del circo omonimo, è morto. In scena vediamo la bara e i suoi fedeli dipendenti, tutt’intorno, che lo piangono inconsolabili. Del gruppo dolente fanno parte anche i tre protagonisti del racconto: l’equilibrista Ezio, l’illusionista Silvano e la sua assistente-fidanzata Nina (sulla quale Ezio ha delle mire). Finito il compianto, tutti escono. Resta in scena solo l'illusionista, che svela i propri piani. È convinto che il vecchio Zabatta (di cui in realtà dice peste e corna) abbia lasciato i propri averi e la proprietà del circo all'equilibrista Ezio, suo galoppino tuttofare; per questo, sta meditando di ucciderlo e prendere le redini del circo.Rientra Nina. I due, per quanto segretamente, hanno una relazione. Silvano dichiara alla ragazza le proprie intenzioni criminose; lei ha qualche perplessità iniziale, ma cede subito e si rende complice del piano, attratta dalla prospettiva di diventare ricca. Silvano svela dunque il piano a Nina: ipnotizzerà Ezio e lo costringerà, in trance, a calarsi da quella casa attraverso una scala (una scala molto fragile, tutta di seta) che lei stessa provvederà a calare dalla finestra. Dopo di che, con un cenno, l’illusionista imporrà a Ezio di lasciarsi cadere di sotto: trattandosi di un equilibrista, si penserà a un incidente sul lavoro, e nessuno sospetterà.Nina si avvia a calare la scala. Ma è raggiunta da Ezio, il quale si comporta già da padrone prepotente e arrogante, avvalorando i sospetti di Silvano sulle ultime volontà di Zabatta. Adesso in scena sono in tre e mente Nina si mostra mielosa e smorfiosa, un po’ per stare al gioco un po’ perché comincia a credere che le convenga essere gentile con l‘erede universale, Ezio, non accortosi della presenza di Silvano, fa il galante con lei. Stanco e geloso, Silvano avvia senza indugi l’esperimento di ipnosi. Poco prima che Ezio salga sulla scala, però, si ode una voce dalla bara (fuori scena)... È la voce di Zabatta dall'aldilà che accusa i suoi tre dipendenti di non essere degni di succedergli... Nel terrore generale, Zabatta entra in scena e svela l'arcano: la bara è vuota e lui ha inscenato tutto per capire se e di chi potesse fidarsi.Deluso dall’avidità dei suoi dipendenti, Zabatta vende il circo agli americani e cambia mestiere: d’ora in poi farà l'impresario teatrale! E per cominciare, visto che c’è una scala già approntata, metterà in scena “La Scala di Seta”. Offrendo, controvoglia, un’ultima chance ai suoi malfidati dipendenti. Racconta l’autore del libretto Stefano Valanzuolo: “Non è facile confrontarsi con Rossini, né per un compositore né per un librettista. E, infatti, il confronto in questo caso è meticolosamente eluso, ché la lotta sarebbe impari. “Prima della Scala” nasce semplicemente come prologo possibile (e non necessario) al più celebre lavoro rossiniano. Il titolo, dunque, si limita a fornire soltanto indicazioni sulla sequenza con cui i due atti unici si succedono in scena, e la “scala” evocata - si capisce - non è quella del Piermarini, ma la stessa utilizzata da Rossini, morbida come seta. Riferimento meno allusivo e poetico, insomma, ma concreto e tangibile.Come in un gioco di scatole cinesi, qui il pubblico viene invitato a passare da una vicenda all’altra, senza soluzione di continuità. I personaggi che animano le due storie non combaciano puntualmente, tant’è vero che hanno nomi diversi; ma gli interpreti sì. Così che ognuno potrà divertirsi a collegare i protagonisti di “Prima della scala” a quelli de “La scala di seta” (absit iniuria verbis…), al netto di istruzioni per l’uso che – com’è noto – non sono indispensabili per godere di musica e teatro.L’ambientazione scelta per “Prima della Scala” rimanda al mondo del circo, che da sempre esercita un fascino inossidabile sul pubblico, oltre ad avere ispirato schiere di registi e sin anche di compositori. Nel microcosmo di una piccola compagnia di strada possono sbocciare passioni, amori, rivalità e conflitti dagli esiti malsani (si chieda a Leoncavallo, per ogni informazione a riguardo) o, come nel nostro caso, semplicemente paradossali e scherzosi. Il circo, non diversamente dalla musica di Rossini, stavolta offre unicamente uno spunto, diciamo anche un pretesto nobilissimo per giocare con gli eterni schemi del teatro e dell’opera, che includono triangoli, gelosie e sberleffi. Tra le pieghe di questo piccolo testo farsesco, umilmente posto al servizio del nume tutelare della farsa in musica, non sarebbe difficile cogliere l’eco insinuante di altri titoli e altri artisti: da Fellini a Chaplin, da “Pagliacci” a “Gianni Schicchi”, il cui beffardo sarcasmo emerge dalla citazione di una improbabile veglia funebre.Ma sono tutte, come si vede, pietre di paragone (Rossini ci perdonerà anche questa) sproporzionate rispetto al piccolo sforzo prodotto con “Prima della scala”, che resta un divertissement all’interno di un progetto più ampio e a supporto di un capolavoro assodato. Si dice che chi va con lo zoppo impari a zoppicare… Chissà se vale anche il contrario e se stare al fianco di Rossini, almeno idealmente e per una volta, possa giovare al morale, all’estro e – perché no – alla gloria di noi autori mortali. Sarebbe un bel colpo!”. Dell’opera scrive il suo compositore Federico Gon “Provare a giocare con Rossini sul comune terreno del comico è, per usare un eufemismo, una 'mission impossible', troppo grande il genio del Pesarese.Io e il librettista Stefano Valanzuolo abbiamo quindi immaginato una vicenda che potesse fungere da antecedente alla trama che Foppa confezionò in quel 1812 per il giovane Rossini, senza andare a toccare la drammaturgia originaria ma, al contrario, aumentandone i potenziali significati.Per quanto riguarda la musica poi, come dire, "non sum dignus": Rossini è stato non solo il maggior genio comico di ogni tempo assieme a Mozart, ma fu vera e propria pietra di paragone per tutti i compositori a lui contemporanei e delle generazioni successive anche nel serio e, generalmente, nell'innervatura stessa del vocabolario dell'opera italiana dell'Ottocento. Anche solo pensare di potersi avvicinare a lui sarebbe un peccato di presunzione. Il che, tuttavia, non significa che la musica non sia ben fatta, divertente e coinvolgente per lo spettatore al quale, a contrario, sono riservate piacevoli sorprese”. Deda Cristina Colonna descrive così il suo lavoro di intreccio visivo tra le due opere: “In Prima della Scala ci troviamo immersi nella rappresentazione stilizzata di un circo reale. Nella velocità dell’intreccio, la bassezza di personaggi arraffoni, prevaricatori ed egoisti si stempera finché nel finale l’umanità fallace offre a sé stessa una seconda possibilità.Zabatta mette in scena un esperimento per sondare i sentimenti dei suoi dipendenti-successori e decidere se affidare loro le sorti del suo circo. Al disgregarsi suggerito dall’inconsistenza dei sentimenti di coloro che pur lo chiamano ‘genitore’ e che lui stesso definisce ‘figli’, preferisce la seduzione della rinascita, dell’acrobatico tentativo di riscattarsi nella messa in scena de La Scala di Seta.Nel contesto della farsa rossiniana il circo invece diventa la metafora che contiene la struttura acrobatica delle relazioni tra i personaggi, una rete credibile solo nell’illusione e per questo capace di farci riflettere. ‘Cerco una bella, e due qui ne ritrovo!’ esclama Blansac – quasi come un prestigiatore che si compiaccia della riuscita di un trucco - all’inizio della scena decima.Giunto a Parigi per sposare Giulia, promessagli dal tutore Dormont, Blansac approfitta di un incontro casuale per corteggiare la di lei cugina Lucilla, risvegliando nella ragazza gli ardori giovanili. Nella casa di Dormont la vita scorre immancabilmente sotto gli occhi di osservatori nascosti, tra menzogne ed astuzia, ingenuità e pragmatismo. Ciò che nella vita reale indurrebbe dubbi esistenziali, nella farsa genera una specie di prisma attraverso il quale l’uomo osserva sé stesso ridendo e così percepisce i propri limiti.Mentre nella nostra tormentata attualità il mondo lancia grida di allarme, nella leggerezza di queste proposte teatrali si cela un messaggio di speranza: il possibile manifestarsi del bello nell’inattesa acrobazia che alla fine mette tutti d’accordo”. Il titolo si avvale della sponsorizzazione di Mirato, che per il terzo anno consecutivo sostiene un’opera del cartellone del Teatro Coccia. “Da diversi anni, Mirato sostiene con orgoglio il Teatro Coccia di Novara – commenta l’Amministratore Delegato Fabio Ravanelli - riconoscendone l’alto valore culturale e l’importanza nel panorama artistico. La nostra azienda, da sempre impegnata nella valorizzazione del territorio, considera la cultura un elemento fondamentale per favorire il coinvolgimento e l’integrazione sociale.Tra i grandi maestri della tradizione operistica, Gioachino Rossini occupa un posto speciale per noi. Con grande soddisfazione, attraverso il nostro marchio, supportiamo la diffusione delle sue opere, in particolare “La scala di seta”, considerata uno dei suoi capolavori giovanili”. L’opera è preceduta da numerosi momenti introduttivi molto seguiti. Letto al Broletto con il gruppo di lettura Letto a Letto che ha abbinato all’opera di Rossini il romanzo Le affinità elettive di Johann Wolfgang Goethe, Lunedì 28 Aprile alle 18.30 nella Caffetteria del Broletto Parliamo di Opera tra Amici con l’approfondimento a cura di Alessandro Mormilecon l’Associazione Amici del Teatro Coccia e introduzione a cura di Stefano Rabozzi, appuntamento a ingresso libero e gratuito. Mercoledì 30 Aprile alle 18 l’Operitivo in collaborazione con Alchemiae Luca Mendozza, biglietti 15,00 euro. Su Sipario Virtuale Sabato 3 Maggio alle 14 nuova puntata di Opera allo Specchio Pier Ancora incontrerà Matteo Capobianco con il quale introdurrà e darà dei suggerimenti relativi al dresscode della produzione: bianco e nero. Al giornalista e scrittore Giorgio Appolonia è stato affidato il compito, oltre che di redigere i testi introduttivi ai libretti, di raffigurare le Opere in calendario con delle immagini originali, frutto del suo estro creativo e della collaborazione con la nipote Margherita: con Prima della Scala/La Scala di Seta prosegue anche la raccolta di queste pubblicazioni che fanno da copertina al libretto e sono le immagini ufficiali del titolo. Biglietti dai 32,00 ai 62,00 euro date di Venerdì e Domenica, dai 19,00 ai 30,00 euro data di Sabato. Acquistabili online e presso la biglietteria del Teatro. La Stagione 2025 del Teatro Coccia è realizzata con il contributo di Ministero della Cultura, Regione Piemonte, Comune di Novara, Fondazione Banca Popolare di Novara, Fondazione Cariplo, Fondazione CRT, DeAgostini, Mirato SPA, Fondazione Piemonte dal Vivo, in collaborazione con Novara Dance Experience.