Produzione di Accademia dei Mestieri d’Opera del Teatro Coccia AMO
Novara, 11 Dicembre 2024. Ultima produzione d’Opera della Stagione 2024, che termina, come iniziata, nel segno di Giacomo Puccini: una nuova produzione frutto del lavoro dell’Accademia dei Mestieri d’Opera del Teatro Coccia AMO. Venerdì 13 Dicembre alle 20.30 va in scena Omaggio a Giacomo Puccini, opera in un atto, su drammaturgia e libretto di Emanuela Ersilia Abbadessa e musiche originali di Matteo Sarcinelli, Davide Sebartoli e Lorenzo Sorgi e libere ispirazioni alle arie del Maestro Puccini. Direzione d’Orchestra del Maestro Stefano Torboli, in buca l’Orchestra Classica di Alessandria. L’opera è il risultato dell’intenso e proficuo impegno dell’Accademia dei Mestieri dell’Opera del Teatro Coccia, che ne firma totalmente il progetto: dalle composizioni originali e rielaborazioni orchestrali alla regia, dall’allestimento di scene e costumi, al cast degli interpreti. Coinvolgendo in tutto circa 30 allievi, coordinati e supervisionati dai professionisti docenti AMO: Marco Taralli (composizione), Claudia Mariano (maestri collaboratori), Deda Cristina Colonna (regia), Tiziana Fabbricini (canto lirico), Helenio Talato (tecnici macchinisti), Ivan Pastrovicchio (tecnici luci), Silvia Lumes (sartoria), Chiara Sofia Drossoforidis (trucco e acconciature). Descrive così l’opera Emanuela Ersilia Abbadessa: “Lo spettacolo, suddiviso in tre quadri, racconta, attraverso un gioco di citazioni, la gita nei luoghi pucciniani di una giovane coppia, Lucia e Rodolfo.Lucia, appassionatissima della musica di Puccini, ha chiesto al fidanzato Rodolfo di portarla a visitare i centri toscani cari al musicista.È un inverno freddo e, mentre i due passeggiano per le vie di Lucca, Lucia crede di vedere in ogni persona che incontra un personaggio uscito da un’opera di Puccini. Rodolfo si dimostra annoiato e pensa che quella della fidanzata sia una fissazione assurda, per altro è molto preoccupato dall’insistente tosse di lei.Quando un accesso di tosse le impedisce di parlare, Rodolfo decide di portare la ragazza al pronto soccorso.Nel secondo quadro i due ragazzi sono al pronto soccorso dell’ospedale di Lucca e Lucia continua a vedere personaggi pucciniani nelle infermiere, negli ammalati che attendono di essere visitati e nei parenti che li accompagnano. I due giovani intessono con questi brevi dialoghi, finché Lucia non viene ammessa nello studio del dottore.Nel terzo quadro, Lucia, sul lettino di un medico che scambia per il dottor Spinelloccio di Gianni Schicchi, si sottopone alla visita sotto gli occhi vigili di una suora infermiera che a lei pare uscita da Suor Angelica.Durante il colloquio col dottore, Lucia rivela la sua passione per Giacomo Puccini e il dottore è costretto ad ammettere che in quell’ospedale sono tutti patiti della musica del Maestro. Lui stesso crede che non solo le medicine ma anche le Arie da tutti intonate giovino alla cura dei malati.In breve, il suo referto è semplice: Lucia non ha la tubercolosi come la Mimì de La bohéme, così come lei aveva temuto, ma una semplice bronchite che passerà in pochi giorni.Anche Rodolfo viene chiamato nello studio, costretto ad ammettere che la potenza della musica può fare miracoli… quasi quanto la medicina. Omaggio a Giacomo Puccini sarà giocato sulle citazioni (testuali e musicali) del grande compositore in un continuo scambio tra finzione e realtà e darà modo agli appassionati di ascoltare i brani più belli di Tosca, Madama Butterfly, Manon Lescaut, La bohème, Suor Angelica, Gianni Schicchi”. Lo spettacolo unisce arie d’opera celebri di Puccini e composizioni originali, firmate da Matteo Sarcinelli, Davide Sebartoli, Lorenzo Sorgi, giovani compositori della classe di composizione di Marco Taralli.Una trittico il cui fil rouge è appunto la figura di Giacomo Puccini. “Lavorare a sei mani – raccontano i compositori - non è mai facile ma sempre stimolante. Nell’approcciarci a questo lavoro collettivo abbiamo cercato la massima coerenza drammaturgica rimanendo però fedeli a noi stessi, seguendo la meravigliosa aria di scambio e di crescita che si respira nell’accademia AMO. Il confronto fra i nostri modi di intendere l’opera, di lavorare e di rapportarci alla creazione è stato il vero motore dell’opera, che è stata per noi un importante stimolo per imparare gli uni dagli altri e collaborare Quadro IIl Gala comincia con un brillante acquerello, a metà fra opera e musical, che ritrae questa giovane coppia incastonata tra la bellezza delle strade di Lucca, Lucia e Rodolfo. La realtà vista con i loro occhi, però, non è che un pretesto: lei, inguaribile sognatrice, vede ovunque echi di opere pucciniane, plasmando la sua visione del mondo (in)seguendo un sogno; lui, materialista più razionale, vorrebbe godersi una normale giornata di vacanza con la sua compagna. La quiete di questo leggero incontro-scontro tra un maschile e un femminile un pò idealizzati viene però rotta dalla grave tosse di Lucia; Rodolfo, appoggiandosi alla sua concretezza e preoccupazione, la convincerà infine ad andare in ospedale, sulle note un pò drammatiche della coda finale.Da un punto di vista musicale, ho cercato di creare una narrazione fluida e ininterrotta, in forma di rondò sonata, levigando il più possibile le varie parti fino a creare un’unica scena senza spigoli, dando movimento e brillantezza alla vicenda e trattando l’orchestra come una grande tavolozza piena di colori. Quadro IIIl secondo quadro è forse fra i tre il più ricco di arie pucciniane; ambientato nella sala d’attesa del pronto soccorso, si struttura in un crescendo emotivo cadenzato dalla comparsa di moltissimi protagonisti delle opere di Puccini: Lucia non fa in tempo a voltarsi dal precedente, che dalla folla si palesa un’altro dei suoi più amati personaggi a incantarla con le melodie del maestro a lei ben note. Musicalmente, ho cercato di dipingere questa varietà con altrettanti colori strumentali, l’orchestra conduce e commenta con gesti talvolta ampi ed eroici, talvolta leggeri e scherzosi, le diverse interazioni, disegnando allo stesso tempo il clima straniante e di “attesa” della sala d’aspetto, con un leitmotiv che periodicamente ci riporta all’incognita della tosse di Lucia. Con i colleghi abbiamo cercato di enfatizzare le differenze di tono fra i tre quadri, rimanendo però sempre fedeli al contenitore vagamente “onirico” che racchiude tutta la rappresentazione. Quadro III Il terzo quadro si svolge nell’ambulatorio del dottore, una persona buona, competente e un grande amante di Giacomo Puccini. Questa sua passione fa risultare il personaggio un po’ sopra le righe perché sono presenti momenti più comici e anche “pazzerelli” da un lato e invece più lirici dall’altro.
Tutto questo viene evidenziato in musica con diversi caratteri musicali che scorrono uno dentro l’altro per tutto il quadro, ne esce fuori un colore rapsodico dal carattere leggero e scorrevole che va ad accentuare il contrasto con alcune delle arie pucciniane più serie come ad esempio l’aria di Suor Angelica.
Alla fine della scena vedremo i vari personaggi riempire il palcoscenico e unirsi in un unico coro finale dove canteranno le lodi di Puccini. La particolarità di questo finale sta nella sua composizione a più “mani”; ognuno dei tre compositori ha scritto un pezzettino riprendendo temi già utilizzati nel corso dell’opera e integrandoli, con abilità d’artigianato, in un unico tessuto musicale creando così un “unicum””. La regia è firmata da tre giovani creativi capitanati da Deda Cristina Colonna Giuseppe Trovato; Giulio Leone e Vittoria Licostini, che raccontano così il loro lavoro. “Il Sogno di Puccini Si è scelto di usare il sogno come mezzo registico con il quale è possibile incorniciare la vicenda mantenendola sostanzialmente inalterata, ma allo stesso tempo conferendole una leggerezza visiva e una fluidità che ben si adattano alla leggerezza narrativa del libretto. È plausibile che un grande compositore, che dedica la vita all'arte, ritrovi la propria musica e i propri personaggi anche all' interno dei sogni. In questo limbo a metà tra il reale e l'immaginato, i grandi protagonisti delle opere che tutti conosciamo, si incontrano e interagiscono, non in base alle loro storie, ma spinti da espedienti vari e diversi. Alcuni collegamenti sono più razionali, altri più poetici e istintivi e vanno a intessere una trama nuova, divertente e delicata. Il mondo onirico altro non è che uno strumento per indagare la realtà oggettiva e, talvolta, per renderla più accettabile, meno ordinaria, più variopinta. Per questo l’impostazione dei tre quadri è stata immaginata come un sogno in cui la realtà non è stravolta, ma a tratti amplificata e caricata, a tratti rarefatta. Non è un’estetica delirante e surreale, ma stravagante e aderente al vero allo stesso tempo”. Scene e costumi sono firmati da Giulio Leone: “L’impianto scenico, costituito da moduli mobili che seguendo il filo narrativo di libretto e musica creano in chiave onirica i tre ambienti dell’opera: La città di Lucca, la sala d’attesa e lo studio medico. Sul palcoscenico troveremo due livelli ben distinti: da una parte il maestro Puccini immerso nella sua catabasi onirica, dall’altra lo svolgimento narrativo, frutto del suo genio. Ho scelto come elementi predominanti due materiali contrapposti tra loro: da una parte il tulle che con la sua leggerezza ed eleganza trasporta la scena in un mondo impalpabile, a tratti appannato. Dall’altra troviamo delle strutture lignee che con il loro linguaggio crudo, a tratti brutalista, comunica con l’azione scenica, vestendosi e svestendosi a seconda dello sviluppo narrativo. Anche il costume vive di una sua dicotomia, da una parte troviamo personaggi che indossano costumi che richiamano gli anni ’20, decade coeva agli ultimi anni del Maestro, dall’altra parte invece costumi che portano all’ambientazione originale del personaggio e dell’opera di provenienza. Tutto racchiuso in una palette fredda, con tessuti che vanno anche loro a costituire quella visione screziata, appannata e impalpabile tipica di un sogno”. Interpreti dell’opera sono gli studenti dei corsi di Canto Lirico tenuti da Tiziana Fabbricini: Okju Lee, Xiatong Guo, Judith Duerr, Vittoria Bettanin, Jing Huang, Mariateresa Federico, Rossella Bianco, Elena Malakhovskaya, Jing Zi, Beatrice Caterino, WangYang Chen, Xiaosen Su, Riku Matsubara, Daniela Collica, Giulia Pollice, Wan Wang. Da AMO arrivano anche i Maestri Collaboratori del corso del Maestro Claudia Francesco Bertotto, Shuxuan Rao, l’aiuto elettricista Niccolò Mauceri allievo di Ivan Pastrovicchio. Anche per questa edizione l’Accademia dei Mestieri d’Opera del Teatro Coccia AMO si avvale della preziosa collaborazione del Main Sponsor Techbau SPA. Nuovo sostenitore di AMO dal 2024 Gesigroup. Biglietti dai 13,00 ai 20,00 euro in vendita sul sito del teatro www.fondazioneteatrococcia.it e presso la biglietteria del Teatro. L’opera è stata preceduta da un Operitivo Omaggio a Giacomo Puccini Martedì 10 Dicembre, in collaborazione con Opificio Cucina & Bottega. La Stagione 2024 è realizzata con il contributo di Ministero della Cultura, Regione Piemonte, Città di Novara, Fondazione Banca Popolare di Novara, DeAgostini, Fondazione Cariplo, Fondazione CRT, Fondazione Compagnia di San Paolo, Mirato, Techbau. In collaborazione con Atl - Agenzia di Accoglienza e Promozione Turistica Locale Provincia di Novara, Novara Dance Experience e la partnership di Conservatorio Guido Cantelli, STM- Scuola del Teatro Musicale,